I costumi 

In proposito, ci limiteremo a osservare la presenza di personaggi in abiti occidentali: Kikugorō in frac (inq. 25); Kiku alla stazione di Tōkyō in costume inglese da viaggio (c'è anche una comparsa con cilindro e altre con bombetta: 39); il medico in bombetta (129); Kiku in bombetta (130). Forse ci fa caso solo un occhio occidentale, e non può mancare di trovarli anche un po' buffi. Alcuni studiosi (cfr. p. es. Davis, pp. 109-110) sostengono che la Shōchiku producendo questo film volesse fra l'altro sostenere i valori della tradizione contro le mode occidentalizzanti, in un parallelismo implicito fra il periodo della realizzazione e quello della finzione. È vero che negli anni 1885-1890 l'apertura relativamente recente del Giappone al mondo occidentale aveva prodotto delle mode "imitative" anche nell'abbigliamento, ma è altrettanto vero che tali mode erano state strenuamente combattute dalle autorità, ed è appunto a questo ritorno ai valori autoctoni che si richiamava la Shōchiku. È lecito quindi chiedersi se questi abiti occidentali, la cui necessità non appare evidente, non siano una forma velata di dissenso da parte di Mizoguchi.

inq. 25 inq. 39

inq. 129 inq. 130