La funzione degli spettacoli Il primo e il secondo spettacolo sembrerebbero avere solo la funzione di evidenziare la scadente recitazione di Kiku (il primo) e la sua eccellenza (il secondo). Se per uno spettatore occidentale è difficile accorgersi da sé (al di là dei mormorii del pubblico e dei commenti fuori scena) della cattiva qualità della prima performance (può intuirlo forse solo nell'inq. 5, con quei curiosi gesti di Kiku che sembrerebbe pavoneggiarsi per attirare su di sé l'attenzione del pubblico), non ci dovrebbero essere dubbi, anche ad occhi inesperti, sulla qualità raffinata della seconda (si veda p. es. l'inq. 82).
Un'altra osservazione riguarda il possibile rapporto dialettico che si instaurerebbe nel film tra la "vecchia scuola" (kabuki), presente negli spettacoli, e la "nuova scuola" (shinpa), presente nella finzione narrativa del film: rapporto "mediato" dall'attore protagonista, Hanayagi Shōtarō, rappresentante di entrambe le scuole. In questo senso Zangiku Monogatari sarebbe anche una riflessione sul passaggio da un'epoca all'altra sia del teatro sia del cinema giapponese; ed è un vero peccato che per quanto riguarda gli altri film di Mizoguchi sul teatro si possa mettere in relazione questo film solo con Joyū Sumako no Koi (L'amore dell'attrice Sumako, 1947), biografia della famosa attrice shinpa Matsui Sumako (1886-1919), e non anche con i perduti Naniwa Onna (Una donna di Ōsaka, 1940), che ha per protagonista Ochika, moglie del celebre suonatore di shamisen del teatro bunraku del periodo Meiji Toyozawa Danpei, Geidō Ichidai Otoko (Vita di un artista, 1941), sul grande attore kabuki del periodo Meiji Nakamura Ganjirō I (di un ramo diverso, quello "primario", rispetto ai Nakamura di Zangiku Monogatari), e Danjūrō Sandai (Tre generazioni di Danjūrō, 1944), sugli Ichikawa, famosa famiglia kabuki del periodo Meiji (Danjūrō VII, VIII e IX). C'è inoltre da chiedersi quanto Mizoguchi abbia volutamente scelto di rappresentare tipologie diverse di spettacoli kabuki, prendendo presumibilmente a modello il cosiddetto midori, un modo di programmazione che comportava l'alternanza, nella stessa giornata o in giorni contigui, di un atto di un dramma storico, jidaimono, di un numero danzato, shosagoto, e di un dramma realistico, sewamono. Ad avvalorare tale supposizione, si consideri l'adattamento successivo da parte di Mizoguchi di Genroku Chūshingura (Storia dei fedeli seguaci dell'epoca Genroku/La vendetta dei 47 rōnin, 1942-43), famoso dramma kabuki "serio", che veniva a volte parzialmente rappresentato alternato con scene del più "popolare" Storie di fantasmi a Yotsuya cioè il primo degli spettacoli di Zangiku Monogatari che ne riprende in forma "degradata" alcuni motivi. |